#FILM
“De Occulta Imagine” di Stefano P. Testa (2024)
De Occulta Imagine, cortometraggio di Stefano P. Testa, trasforma materiale d’archivio in esperienza visiva e simbolica. I documentari degli anni ’60 dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), dedicati alla “questione meridionale”, vengono completamente decontestualizzati e riassemblati secondo un immaginario esoterico.
Esiste un unico significato per un’immagine? Testa ci invita a esplorare interpretazioni potenzialmente infinite, ricordandoci che il senso di un’immagine dipende sempre dal contesto in cui questa viene posta e fruita. Alla visione ci ricordiamo che le immagini non sono ciò che mostrano, ma ciò che significano nel momento in cui le guardiamo — un significato che cambia per ciascuno. Inoltre, in questo suo moto ermetico, il film lascia affiorare anche una domanda sul reale e sulla sua rappresentabilità nel cinema, compreso quello documentario.
Per guidarci in questa ricerca di significato, l’autore riorganizza gli audiovisivi seguendo le tre fasi di trasformazione della materia dell’Opera alchemica: La Nigredo, in cui il senso originario viene dissolto; l’Albedo, fase di purificazione che apre a nuove letture; e infine la Rubedo, la ricomposizione finale, simbolo dell’unione di spirito e materia, durante la quale le immagini si tingono di rosso.
Realizzato nell’ambito della residenza artistica “UnArchive Suoni e Visioni”, che promuove la collaborazione tra filmmaker e compositori, il film si completa con l’eclettica composizione musicale di Luca Severino, in cui un pianoforte minimalista si intreccia e prende corpo grazie a musica elettronica e voci femminili.
Prodotto dalla Fondazione AAMOD, De Occulta Imagine è stato presentato a festival nazionali e internazionali, tra cui Sheffield DocFest, L’Étrange Festival, Tehran International Short Film Festival, Beijing International Short Film Festival e Pragueshorts Film Festival.
Autrice: Marta De Cesare
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Questo film fa parte del programma Short Film Day 2025.
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