PADRE – Ai confini della realtà

#FILM

“Padre” di Michele Gallone (2024)

In À bout de souffle di Godard c’è una frase tratta da William Faulkner che Seberg ripete a Belmondo: “entre le chagrin et le néant, je choisis le chagrin”. La parafrasi-traduzione suona all’incirca così: “il dolore è meglio del vuoto”. Questa frase è uno dei tanti slogan ripetuti all’unisono da altoparlanti robotici e impersonali nel corto di Michele Gallone, che immagina un futuro distopico dove i sentimenti sono diventati merce di scambio.

Nella società di Padre tutto è acquistabile e vendibile, persino l’amore e il dolore: Francesco è padre di Anna, bambina gravemente affetta da un male incurabile. Nella speranza di salvarla, vende l’affetto per lei a Mario (Filippo Timi), uomo cupo e ambiguo, pronto a un sacrificio dagli echi cristologici. Una figura chiaroscurata come la fotografia in bianco e nero, che congela il paesaggio dell’anima e i sentimenti in spazi psicologici inquietanti.

Una realtà alternativa che, come tutte le distopie, non sembra troppo distante dalla nostra. L’umanità è ridotta a mera merce, persino ciò che è sempre stato intangibile e immateriale: l’anima. Un mondo dove la società dello spettacolo profetizzata da Debord ha preso il sopravvento, ha svuotato le emozioni dall’interno, le ha inserite nel giro dei saldi e degli sconti esclusivi sui prezzi. Una riflessione che, giungendo in seguito ad almeno un secolo di opere che tematizzano la società dei consumi e l’omologazione, risulta tanto essenziale nelle scelte registiche quanto ridondante nei contenuti e nello slancio umanista.

Vecchio almeno quanto i romanzi di Aldous Huxley, l’uso delle parole-manifesto che appaiono sugli schermi e gli slogan ripetuti di continuo sono il punto di non ritorno di uno scenario ai confini della realtà, un mondo post-umano dai toni quasi cronenberghiani. Vita e sentimenti sono come un orologio destinato a rompersi nella parabola tragica e universale di un padre che lotta inutilmente contro un destino più grande di lui, schiavo della società che lo circonda. Non resta che pregare il Padre nostro, disperato e inutile tentativo di recuperare i valori dell’uomo nella società del silenzio di Dio.

Padre di Michele Gallone è stato prodotto da Articolture con la produzione esecutiva dello Studio Lumiere di Perugia, ed è distribuito da Sayonara Film. Il corto è stato realizzato grazie al contributo del fondo Slate allo sviluppo di Creative Europe Media, il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2021-2027 Umbria Film Fund 2022 della Regione Umbria, con il supporto tecnico dell’Umbria Film Commission. La sceneggiatura, scritta da Gallone con Sara Parentini, nel 2020 ha vinto il primo Premio Cavaliere Giallo – Bergamo Film Meeting.

Autore: Ludovico Franco

 

Ti è piaciuto l’articolo? Guarda QUI il trailer del film!

Questo film fa parte del programma Dieci corti italiani in giro per il mondo 2025.

Per conoscere la nostra selezione del 2024 visita la pagina Dieci corti 2025!