#FILM
“S’indattaraiu” di Matteo Pianezzi (2023)
Con “s’indattaraiu” nel dialetto sardo si intende il cozzaro, ovvero il pescatore di cozze: mestiere simbolo del territorio olbiense, dove la vicenda è ambientata. Il protagonista di questa storia, Mario (struggente l’interpretazione di Luciano Curreli), è un cozzaro alla soglia dei sessant’anni, vedovo e indigente. Ama un lavoro che non è più in grado di fare. Tirare su le cozze ogni giorno per guadagnarsi da vivere rappresenta il senso della sua vita, eppure dello stesso avviso non sono i figli che abitano con lui.
Mario fa lunghi giri in barca avvolto nei propri pensieri, vaga sconsolato sui binari della ferrovia, frequenta un night club dove scambia dialoghi un po’ surreali e filosofici con una ballerina. Ma il regista Matteo Pianezzi non racconta solo la storia di una solitudine in età avanzata e della scoraggiante sensazione di non poter proseguire il lavoro che reca sollievo dopo la perdita di una persona cara. Con il suo cortometraggio Pianezzi rivela anche una città, Olbia, avvolta nel silenzio, distaccata dal mondo circostante, fredda. Tradizioni e limiti si incontrano determinando un’esistenza dedita a piccole cose, tiepide aspirazioni, suggellando definitivamente il senso di impotenza e disorientamento di fronte ad una vita che non ha cercato altro che il lento e pacifico scorrere nel proprio microcosmo, trovandovi invece sconforto ed emarginazione.
Necessario reagire e prendere in mano la situazione, cosa che farà Mario nella scena finale, lasciandosi definitivamente il passato alle spalle.
S’indattaraiu non si preoccupa di trovare una risposta agli eventi incontrollabili della vita ma ci ricorda che quando è arrivato il momento di lasciar andare via, è meglio farlo.
Presentato in concorso al Pop Corn Festival del Corto e al Landshut Short Film Festival.
Autore: Michele Zaffarano
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Questo film fa parte del programma Dieci corti in giro per il mondo.
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